venerdì 6 luglio 2012

Ho letto con molta attenzione,...

... com’è ovvio, quello che hai scritto e, siccome sono contento che tu lo abbia fatto, non voglio aspettare che ritorni in città per risponderti e dirti quel che sento. In ogni caso, mi piacerebbe poterti parlare con tranquillità, e spero che possiamo farlo presto.

Lo so perfettamente che il tuo cuore continua ad essere durissimo, lo sperimento quasi ogni volta che sto con te. Capisco che ciò ti fa soffrire, a causa di tutto quello che mi hai raccontato il giorno in cui comincai a chiederti della tua lunga storia passata (faceva ancora freddo e camminavamo per strada, dopo l’amore) e poi il giorno che tutto cambió nella mia vita (eravamo seduti in quel ristorante). Come io mi sforzo di capire ciò che ti ha fatto soffrire e forse ti fa ancora soffrire tanto, mi piacerebbe che tu provassi a immaginare (meglio, che me lo chiedessi) ciò che sta succedendo a me. E ciò che mi provoca dolore, vedere il tuo cuore gelido e sentire che l’affetto che mi concedi ha i suoi propri limiti. E aver pensato (ti chiedo sinceramente di perdonarmi se mi sbaglio) che a volte mi fai l’elemosina.

A volte mi sembri così concentrato su te stesso, intento a impedire che chiunque ti faccia del male, che ti perdi ciò che di meglio uno può regalarti, ciò che io potrei offrirti. Al tempo stesso, a questa persona stai togliendo il meglio di te, qualcosa che io ho potuto solo intravedere, sfiorare, ma non avere.  So che questa circostanza probabilmente non la posso cambiare io (non che non ci abbia provato, so di che parlo), è qualcosa che non sta nelle mie mani ma nelle tue. Tuttavia, ci sono parole che aspettano di essere pronunciate da troppo tempo perché io continui a tenermele dentro. Da ormai sette mesi, non solo ti dedico il mio tempo, faccio l’amore con te, condivido cose importanti, ho delle conversazioni interessanti o m’intrattengo con te divertendomi, come tu dici riferendoti a me, ma sento qualcosa di molto forte per te. Di fatto, se faccio ciò che faccio con te, questo è il motivo. Sto parlando di un sentimento (“una certa sensibilità”, mi scrivesti un giorno in un messaggio che mi lasciò un po’ sorpreso) che non ammette calcoli di nessun tipo, nè misure, nè confronti. In tanti anni, se mettiamo da parte l’esperienza con il mio ex, sei la prima persona con la quale mi è successo questo, e non sei precisamente il primo ragazzo che è passato per il mio letto, nè l’ultimo. Avevo paura di dirtelo tanto chiaramente, adesso guarda: non ho nessun timore. Non solo perché mi sembra qualcosa di bello del quale non ci si deve vergognare, ma anche perché non ho niente da perdere. In questo modo dimostro che tra noi il più debole sono io? Il ragazzo che ama cuorediferro? Che m’importa?

Se, da parte tua, tutto “continua come l’ultima volta che abbiamo affrontato il tema”, ebbene per me decisamente no. Ho capito di me alcune cose che prima non sapevo e questo anche grazie a te (anche per questo, succeda quel che succeda e malgrado tutto, tu sarai sempre una persona importante nella mia vita). Come già sai, nemmeno io sto cercando un compagno, però questo non vuol dire che io non sia capace di amare qualcuno in modo speciale. Non parlo solo di scopare, dedicare tempo, condividere passioni, amici... ma anche provare amore, qualcosa di più profondo. Altra cosa è voler costruire, con la persona che ami, tutta la sovrastruttura della coppia classica dei miei coglioni, quella dalla quale sono appena uscito: una casa insieme, tutti gli amici in comune, i viaggi sempre insieme,... insomma, due vite differenti che diventano una sola. Da questo sto fuggendo io. Ma non dall’amore. Se capita, voglio viverlo pienamente, e voglio farlo in un modo nuovo: partecipando della vita degli altri e lasciando che gli altri partecipino della mia, certamente, ma senza costrizioni, senza che i cammini si confondano, a partire dalla libertà e per la libertà. “Se ami qualcuno, lascialo libero”, no?

Perché sia chiaro una volta di più, con tutto il sentimento che provo per te, posso ammettere senza problemi che tu scopi con chi ti pare e quanto ti pare. Non pretenderò nè concederò mai più l’esclusività sessuale a nessuno. Che tu me lo possa raccontare, mi sembra fantastico. Fa parte del tuo essere libero e io ne ho rispetto, e faccio le stesse cose. Ciò che mi fa male e mi ferisce, come già sai, è l’impressione (a volte è più che un’impressione) che tutto il discorso sugli altri ragazzi, quando si fa molto insistente, ripetuto e quasi esclusivo, mi toglie qualcosa. Vedere te che ci provi con un altro mentre stai con me, mi ferisce. Constatare che, nonostante abbia deciso di vedere me, hai la testa persa a pensare ad altri, questo mi ferisce. Dirmi che devi vedermi perché è il mio turno nella tua lista d’attesa, questo, benché detto scherzosamente, mi ferisce. Vedere che lasci cadere nel vuoto una proposta per me più che emblematica (quella cosa che ben sai), che poi sarebbe un modo per farti entrare nella mia vita, mi ferisce. E potrei continuare.

Ti ricordi? L’altro giorno ti scrissi che avevo bisogno di scopare, che tu venissi a casa perché la mia dilatazione necessitava un cazzo e non resistevo più. Ebbene, nei cinque giorni precedenti avevo scopato sei volte con cinque tipi diversi, tra le quali un trio. Dico, più soddisfatto di così, dal punto di vista sessuale, non potevo essere. Tuttavia, l’amore con te quel giorno è stato per me bellissimo e il ricordo del tuo orgasmo, che mi ha fatto impazzire e ha duplicato il mio, mi dà ancora i brividi. La verità, R., è che se ti scrivo che voglio scopare con te, è perché voglio vedere te e non un altro, che gli altri non m'interessano se penso a te, che non è uguale passare il mio tempo con te o con un altro, che non è un fatto di cazzo, che non sei intercambiabile, che non è la stessa cosa, mai, che tu ci sia o no. Desidero che lo capisca e lo rispetti perché è ciò che provo. Invece, se tu non senti la stessa cosa per me, dovresti almeno avere più tatto nel dirmelo. Perché non sono una macchina e non mi vergogno affatto a dire che sono sensibile. Che ci sono cose che fanno male.

Orbene, tralasciando i primi mesi (ormai trascorsi, nel frattempo sono cambiate molte cose), io adesso mi sono fatto una certa idea della maniera in cui mi sarebbe piaciuto stare con te e non è esattamente “essere amici con poco sesso”, situazione nella quale mi trovo, a differenza tua, ogni giorno peggio (se ami una persona, la vorresti più vicina e non più lontana). Per farti un esempio, se devo uscire con te un pomeriggio perché tu possa riferirmi la tua esperienza con un attivo quasi etero, sapendo che la tua testa è ancora concentrata lì e che potresti raccontarlo tranquillamente a qualsiasi altro amico tuo, preferisco fare altro (quella notte, precisamente, ho goduto molto facendo un altro trio).

Per finire, lasciami fare un chiarimento su questa tua frase: “Quando lasciasti il tuo ex, decidemmo che non era un buon momento per fare sesso con te, piuttosto per apoggiarti come amico”. Decidemmo? Io non decisi. Fosti tu a decidere di non scrivermi per un bel po’. Dopo sì, mi inviasti un messaggio in chat, dicendo che ti sembrava più opportuno lasciar passare altro tempo prima di vedermi. Poi ci trovammo, senza fare sesso, mentre era passato già un mese da quando cercavo un appartamento, senza riuscire a trovarlo. Ma ti posso assicurare che io non decisi né che era meglio non vederti, né che era meglio non scopare con te. E ricordo che tutto si fece mio malgrado. Di fatto, interpretare la situazione che vivo senza chiedermi niente e prendere decisioni basate su queste interpretazioni, mi lascia perplesso, sia detto senza acrimonia. Lasciami libero di stabilire, nella mia relazione con te, ciò che penso sia meglio per me, sia pure farmi del male o fare cose “non necessarie” (me lo scrivesti in un whatsapp quando mi presi cura di te), se così mi garba.

Voglio essere sincero con te ed è sulla base di ciò che sento che ti ho scritto tutto questo e so che lo capirai. Avrei potuto scrivere di più, ma adesso davvero devo andare a dormire. Lo esige il mio corpo, da troppo tempo.

Ancora, fai buon viaggio e ti giunga il mio abbraccio più caldo.

7 commenti:

  1. Ma lui, la leggerà?
    (A parte che secondo me sono bellissime parole gettate al vento, gettate a noi, che comprendiamo ogni singola lettera che tanto avevamo capito ancora prima che la componessi, gettate al cielo che ne farà stelle. Ti metto, qui di seguito un post che ho scritto nel 2009...
    "Mi avevi chiesto di non innamorarmi di te.
    Come se l'amore fosse sotto un controllo percepibile e razionalizzabile.
    Come se le pulsioni emozionali potessero essere inserite in contesti critici analizzabili.
    Mi hai avvisata prevedendo la potenzialità degli avvenimenti, del mio essere donna bisognosa d'amore, mi hai messa in guardia da qualcosa che già sapevi di non voler condividere.
    E ora hai rabbia, scateni impulsi d'odio per non avere la forza di sostenere la lusinga del mio amore non corrisposto.
    E scappi dalla sofferenza che produce in me, scappi nervoso, evitando ogni contatto, rapido e arrogante.
    Perchè mi avevi detto, mi avevi messa in guardia, me lo avevi chiesto ed io non ho ascoltato, il mio cuore non ha sentito ragioni.
    E accampi scuse di sogni e libertà come sterile giustificazione del tuo non amore.
    Tu eri il mio sogno e la mia libertà di volare lontano.
    Io sono il disappunto della tua incapacità di riuscire a trovare altrettanto."

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    1. Quello che hai scritto lascia senza fiato, davvero complimenti per la lucidità (una lucidità che t'invidio). Ma lui, l'ha letta? ;-)
      Lui ha già letto, ha già risposto, in modo atteso per un verso e incoraggiante per l'altro. Non che cambi molto, intendiamoci. Ma non avrei sopportato oltre la confusione e credo che, tutto sommato, abbiamo fatto bene. Spero o m'illudo che tu ti sbagli, che non siano solo parole gettate al vento.

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    2. Beh, la lucidità è dovuta al fatto che non era diretta a nessuno in quel momento.
      Spero di sbagliarmi anch'io, spero che gli penetrino nella carne e lo marchino a fuoco.
      Vorrei saperti felice, ecco!

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  2. Non entro nel merito dello sfogo (ne sò troppo poco per potermi esprimere), ma mi permetto di dissentire sulla tua affermazione "In questo modo dimostro che tra noi il più debole sono io? Il ragazzo che ama cuorediferro?".
    Direi proprio il contrario, invece. Ci vuole coraggio ad esporsi, e forza nel concedere il proprio amore ad un'altra persona. Il più debole "sembra" invece lui...prigioniero del passato (che non conosco) e di sofferenze (?) che lo privano del coraggio necessario a "lasciarsi andare".
    Per essere coraggiosi bisogna provare paura...altrimenti si è solo spenti.

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    1. Io credo effettivamente che di paura non ne voglia provare più, e nemmeno il "brivido" di restare profondamente delusi, irrimediabilmente marcati. È un problema che io, evidentemente, non posso risolvergli.
      Solo una precisazione: non è uno sfogo, è un ragionamento necessario. Lo sfogo è nel post precedente, quello sì, piuttosto sterile.

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  3. si, il più debole è sempre quello che ama di più. non c'è margine di trattativa...
    ma milk... domanda... ma lui la legge?

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