Il colpo è fortissimo e scuote l’intero mio corpo, facendolo oscillare. Prima la spinta in avanti, violenta; immediatamente dopo, il rinculo. Quando mi sono messo a pecorina, offrendogli il mio culo perché lo prendesse e lo facesse suo, lui si è inginocchiato dietro di me, ha afferrato con forza i miei fianchi e li ha stretti nelle sue mani grandi. È in quella posizione che, con estrema rapidità, il suo cazzo, la cui cappella aveva appoggiato contro il buco, è affondato completamente nelle mie viscere, lasciando fuori solo i coglioni. Un colpo di reni rapido, secco, calcolato per fare almeno un po’ male. Un secondo, forse meno; quanto basta per farmi gridare forte e per udire il suo grugnito.
Malgrado durante i preliminari abbia speso molto tempo intorno alla mia apertura, leccandola lentamente, con notevole pazienza, spingendoci dentro un dito e poi due, e abbia provocato quindi una certa dilatazione, l’ingresso brutale del suo cazzo mi fa male. Brucia. La sensazione è quella di un grosso palo rovente improvvisamente piantato dietro. Tuttavia, è esattamente quello che voglio, perché era quello che desiderava lui. Mi aveva avvertito, descrivendo il suo modo di sottomettere i ragazzi che fotte: “Mi piace rompere culi già rotti”. Il suo linguaggio crudo e diretto, che ben si addice al suo aspetto massiccio e virile fino all’eccesso, mi aveva dato il capogiro. E mi aveva convinto a incontrarlo. “Con me dovrai essere molto resistente”.
La meticolosità con la quale ha compiuto ogni gesto, da quando è entrato in casa e fino a poco fa, mi ha fatto fremere d’impazienza. I suoi baci sono prolungati e iniziano dolcemente ma poi si fanno più violenti, quasi che con la sua bocca voglia mangiarsi la mia. Mentre mi morde leggermente le labbra, strizza i miei capezzoli e li tira, per sentire i miei gemiti tra i suoi denti. E quando dedica le sue più sincere attenzioni alla parte che di me gli interessa di più, per prepararla ad accoglierlo degnamente, io sono piegato a succhiargli il cazzo, che non è più lungo della media, ma è bello grosso e nella mia bocca si sistema perfettamente, riempiendola. Quasi a voler rispecchiare fedelmente tutti gli stereotipi sulla virilità, E. ha anche un paio di coglioni grossissimi, che fatico a stringere con una mano sola mentre con la bocca ben stretta intorno al suo gingillo vado su e giù, sperando gli piaccia. Si lascia fare, però non reagisce, indaffarato com’è con bocca lingua e mani attorno al mio culo, concentrato sulla reazione del buco al suo passaggio.
Si apre, ed E. lo nota, sicché inizia a farmi ditalini sempre più nervosi con un dito e poi con due e chissà se è arrivato a metterne tre. “Mmh, mmh, mmh!”, mugolo io, che già non reggo più tanta eccitazione e sbavo sulle sue palle. Resta perfettamente in silenzio. Con la coda dell’occhio vedo che, senza smettere di tormentarmi il buco, osserva come lo spompino, con un sorriso stampato sulla faccia e uno sguardo assai eloquente.
“Adesso ti metti a pecora”, sbotta a un certo punto. La ricreazione è finita. Mentre io eseguo l’ordine, E. si alza per frugare nella sua borsa a tracolla. Prende un preservativo che si infila rapidamente e poi sento che, con un po’ di lubrificante, umidifica il mio buco. Così adesso grido il mio dolore, il corpo si tende all’improvviso, nel culo una fitta che non sentivo da secoli. Sta già scivolando verso l’esterno, già intuisco la sensazione di sollievo che proverò nel momento in cui tutta la sua nerchia sarà fuori, ma all’improvviso E. arresta il movimento e imprime un altro colpo di reni, rapido e violento, verso l’interno del mio culo, dove affonda di nuovo. Grido ancora e questo, con tutta probabilità, lo eccita ancora di più. Ripete il movimento ancora dieci, forse venti volte, con precisione millimetrica. Pam, estrazione, pam, estrazione, pam, estrazione,... Finché il dolore sparisce, sostituito da un piacere enorme che pulsa nella mia testa e non mi molla un secondo.
“Che bel culo”, si lascia sfuggire, preludio di una variazione di ritmo: adesso è un va e vieni continuo, lineare, oscillatorio, rapido e profondo. Pam-pam-pam-pam-pam-pam-pam... Il mio busto si piega fino ad appiattirsi contro i cuscini del divano. Sporgo il culo e ad ogni colpo sento i coglioni di E. sbattere contro di me. Sto godendo, e glielo dico, ansimando lo supplico di continuare a chiavarmi come sta facendo, che mi piace.
Ma a un certo punto lo sento ansimare e poi gridare. Tira fuori il cazzo improvvisamente e forse vorrebbe schizzarmi addosso, ma faccio giusto in tempo a girarmi per vedere il preservativo riempirsi di sborra.
“Cazzo, sono venuto!”, mi dice con aria dispiaciuta.
“Eravamo qui per questo, no?”, ammicco io.
“Dài, rimettiti a pecorina e menati il cazzo”.
“Perché a pecorina?”, mi chiedo fra me e me. Ma perché così E. può masturbarmi a modo suo, infilando le sue dita dentro il mio culo dilatato. E non so quante sono, solo capisco che sono tante. E vengo.
Bentornato...
RispondiEliminaDimenticavo: "mi piace rompere culi rotti", è bellissimo, ma io, si sa, in fatto di linguaggio sono una vera sporcacciona..:-)))
EliminaBonjour.
RispondiEliminaE forse un cazzo deciso e senza impegni era quello che ti ci voleva.
Direi proprio di sì.
Eliminaciao splendido maschio, come stai?
RispondiEliminaAccaldato e in calore. Cercasi pompiere.
Eliminaun modo diretto e intenso di scrivere (e descrivere) molto cinematografico, complimenti
RispondiEliminaEhi, grazie! :)
Eliminaprego, è un blog davvero intrigante da leggere questo :)
EliminaMi è piaciuto. Forse perché come donna mi ritrovo in certe sensazioni? o perché non amo troppo i romanticismi? Comunque bravo, è la prima volta che leggo un racconto del genere e mi sono sorpresa ad "accalorarmi"
RispondiEliminaGrazie per l'apprezzamento. Sono molto contento di leggere che come donna ti ritrovi in certe sensazioni. Sono convinto che la differenza fondamentale, nella sessualità, sia fra fottere ed essere fottuto/a, indipendentemente dal genere o dall'orientamento sessuale cui appartiene colui o colei che ricopre un determinato ruolo in una determinata situazione. Sono esperienze certamente diverse.
Eliminadiciamo che parlando di cazzi, inculate e pecorina... sono cose che gradisco anche io :-)
RispondiEliminaRovente... E quanti ricordi!
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