Nome: I.
Genere: maschio.
Età: 32 anni.
Etnia: bianco.
Statura: 172 cm.
Corporatura: magro.
Capelli: castani scuri, corti.
Villosità: scarsa.
Lunghezza del pene: 18 cm.
Grossezza del pene: grosso.
Orientamento: bisessuale.
Ruolo sessuale: attivo.
Relazione affettiva: solo.
Primo contatto: 28 luglio 2012, ore 16,56.
Milk: Ciao. Che bel cazzo!
I. (16,58): Perfetto per il tuo culo.
Milk (18,19): Se vuoi, puoi provarlo. Hai una foto del viso?
I. (20,10): Eccola, una tua?
Milk (20,12): Eccola.
I. (20,14): Se ti va possiamo vederci...
Milk (20,17): Ok. Dimmi quando puoi e cosa ti piace fare.
I. (20,27): Mi piace molto baciare e mi fa impazzire quando mi fanno un bel bocchino e sono attivo. A te cosa piace? Dovrei fare la doccia e cambiarmi, un quarto d’ora circa e poi dipende da dove abiti, io vivo nel quartiere L. e mi sposto.
Milk (20,33): Anche a me piace baciare, accarezzare, leccare i capezzoli e i coglioni, succhiare un bel cazzo. E mi piace molto farmelo mettere dietro. Io vivo vicino alla stazione della metro Tale.
I. (20,37): Beh, siamo vicini. Faccio la doccia e tra 35-40 minuti arrivo. Dammi l’indirizzo e ti avviso quando esco.
Milk (20,43): Ok. Vivo in... Prima di uscire, dammi il tuo numero di telefono.
I. (20,44): nnnnnnnnn. Vado a farmi la doccia, quando sono pronto ti avviso qui.
Milk (20,47): Ok.
I. (21,16): Pronto per uscire, tra 20 minuti arrivo. A dopo.
Milk (21,17): A dopo.
Incontro
Il soggetto attivo (d’ora in poi “l’attivo”) si presenta, dal punto di vista fisico, come da descrizione schematica riportata più sopra. Il suo comportamento, dopo aver varcato la soglia di casa del soggetto passivo (d’ora in poi “il passivo”), è deciso, ma questo appare più un’abitudine o un modo per vincere un’intrinseca timidezza, che una reale caratteristica del suo carattere. Rifiuta l’offerta del passivo di bere qualcosa e invece lo avvicina rapidamente e lo bacia. Si tratta di baci profondi, con reciproco sfregamento della lingua. L’eccitazione di entrambi i soggetti si fa via via più evidente osservando l’accelerazione della loro respirazione, dapprima lieve e poi sempre più marcata, e le azioni compiute dalle loro mani: quelle dell’attivo palpano e cercano ripetutamente di attrarre a sé i glutei del passivo, mentre quelle del passivo sfiorano e stringono i capezzoli dell’attivo, sotto la maglietta di quest’ultimo.
Il passaggio alla fase successiva è marcato da un’azione subitanea del passivo, che si toglie la maglietta. Il gesto viene interpretato dall’attivo come l’occasione per togliersi di dosso tutti i panni e ciò finiscono per fare entrambi i soggetti che restano, al termine dell’azione, completamente nudi. Si nota nell’attivo un vistoso fenomeno erettivo, che a questo stadio potremmo definire quasi completo, mentre il pene del passivo si presenta flaccido, seppur di dimensioni aumentate rispetto alla posizione c.d. “a riposo”. In questa fase, i due soggetti si trovano di nuovo in piedi, nuovamente stimolano le mucose orali secondo il già visto procedimento del bacio in bocca, ma mentre ora il passivo tocca delicatamente il membro virile dell’attivo, con l’intento palese di saggiarne la consistenza, la parte opposta ritorna alla palpazione dei glutei del passivo, introducendo tuttavia un’importante novità: la ricerca, effettuata dal dito indice della mano destra, dell’orifizio anale del soggetto in questione. In questa fase, dunque, i rispettivi ruoli sono richiamati direttamente dai gesti compiuti, i quali rinviano alle funzioni delle rispettive parti del corpo toccate dai due soggetti: penetrativa quella della verga dell’attivo, ricettiva quella dell’ano del passivo.
La fase seguente, a differenza della precedente, principia per iniziativa dell’attivo, il quale pone una mano sul capo del passivo, esercitando una lieve pressione verso il basso, assumendo così un comportamento molto frequente fra i maschi attivi quando intendono segnalare al partner il desiderio che si effettui su di loro una fellatio o rapporto orale (volg. “pompino” o anche “bocchino”). La risposta del passivo, registrata spesso anch’essa, consiste in una certa resistenza, la quale è tuttavia motivata dal desiderio di aumentare l’eccitazione dell’attivo, prolungando l’attesa, e non dal rifiuto della pratica in sé. Infatti, dopo un’altra pressione, questa volta di più alta magnitudo, il passivo cede e s’inginocchia davanti all’attivo. Dopo aver aperto il cavo orale, vi fa entrare il membro dell’attivo, aiutandosi nell’operazione con la propria mano destra. L’eccitazione del passivo cresce in una maniera che può essere misurata dall’erezione del proprio membro (ormai completa) e dai gemiti che, pur con la bocca occupata dal pene dell’attivo, riesce a emettere. L’attivo si limita ad osservare attentamente l’azione in corso e il suo membro presenta una turgidità costante.
Dopo svariati minuti, con un gesto lento ma deciso, l’attivo toglie improvvisamente la mano destra del passivo dal proprio membro, facendo così scivolare l’incontro nella sua quarta fase. L’attivo desidera evidentemente che il passivo utilizzi unicamente la bocca e infatti ora quest’ultimo, sempre inginocchiato, posa entrambe le mani sui glutei dell’attivo e pratica una fellatio dai movimenti più rapidi rispetto alla fase precedente. Il piacere provato dall’attivo appare in costante aumento ed è rilevabile dal suo ansimare e dal fatto che, chiudendo gli occhi, alza il capo. Il successivo comportamento dell’attivo, che a nostro avviso non apre una fase nuova ma costituisce semplicemente uno sviluppo di quella in corso, consiste nell’apposizione delle proprie mani sul capo del passivo e nell’attrarre quest’ultimo a sé, per verificarne l’effettiva capienza del cavo orale (c.d. “gola profonda”). Si rileva così l’introduzione nella bocca del passivo di 16-17 centimetri dei 18 di cui è dotato il pene dell’attivo, sicché 1-2 centimetri della base del membro rimangono all’esterno, mentre all’interno il glande dell’attivo giunge a toccare la gola (il passivo infatti trattiene il respiro e forza la dilatazione della gola, per evitare il tipico stimolo che provocherebbe il vomito). Importante notare che tutta l’operazione è grandemente agevolata dalla particolare forma del pene dell’attivo che, in posizione eretta, si presenta perfettamente perpendicolare al ventre di quest’ultimo, nel suo tratto iniziale, e poi, nella parte finale e fino al glande, piuttosto grosso ma di forma allungata, leggermente curvato verso il basso.
Per impulso dell’attivo si apre la quinta fase, caratterizzata da una violenta irrumatio (“coito orale” o, volg. “scopare la bocca”): il soggetto, senza togliere le mani dal capo del passivo, inizia dei movimenti penetrativi ad ampia oscillazione, durante lo svolgimento dei quali, cioè, il pene viene estratto quasi completamente dal cavo orale del passivo per poi essere nuovamente e subitamente infilato più a fondo possibile, sfruttando interamente, per quanto osservato, la capienza del passivo. La durata di questa fase è di cinque minuti, sebbene con numerosissime pause, per permettere al passivo di prendere fiato. Lo sforzo di quest’ultimo soggetto è reso evidente dai gemiti che emette, dal fatto che chiude gli occhi con forza e dall’abbondante perdita di saliva. Sforzo che, va notato, non è disgiunto da un certo piacere o, in senso più lato, da eccitazione, rilevabile da una modesta, seppur significativa, dilatazione dell’orifizio anale.
Nessun controllo viene esercitato dal passivo ormai da molto tempo. Come si è visto, infatti, l’unica iniziativa presa autonomamente dal passivo, senza sollecitazione dell’attivo, risale alla prima fase. Non fa eccezione nemmeno la conclusione dell’incontro tra i soggetti in questione (sesta e ultima fase). L’attivo, ansimando in uno stato evidente di sovreccitazione, chiede al passivo un preservativo: è la dichiarazione, implicita però inequivocabile, della propria volontà di penetrare il passivo. Qual è lo stato dei due corpi in questo momento, immediatamente precedente al coito vero e proprio? L’attivo presenta ormai dalla terza fase un’erezione completa, possente e perfettamente costante, che non scema minimamente nemmeno durante la posa del preservativo: la penetrazione è non solo possibile, ma anche fortemente desiderata dal soggetto. Diverso è il caso del passivo, che ha scelto (unico margine d’arbitrio, si direbbe) di farsi penetrare in una posizione che più di alcune altre ne indica la sottomissione: le ginocchia interamente appoggiate al supporto, il busto reclinato in avanti, le braccia tese e le mani anch’esse appoggiate al supporto (c.d. “a quattro zampe”, volg. “alla pecorina”, “a pecora”). Si nota un rapido ed accentuato decadimento dell’erezione del passivo, per l’imminente e atteso passaggio della stimolazione alla regione anale. L’orifizio anale, tuttavia, presenta una dilatazione assai modesta e l’apposizione di gel lubrificante nello stesso avviene, da parte del passivo, con gran rapidità. L’attivo, vinto dall’istinto, postosi in piedi dietro al passivo, appoggia la punta del membro sull’orifizio del passivo e lo spinge verso l’interno con forza eccessiva, tanto da provocare l’emissione di un grido di dolore da parte del passivo. L’estrazione è immediata e il passivo si muove. L’attivo cerca di afferrarlo per i fianchi e di rimetterlo in posizione per tentare di nuovo l’introduzione del pene nell’ano, ma il passivo sparge una dose abbondante di lubrificante sul pene dell’attivo.
Ripresa la posizione iniziale, l’attivo riesce finalmente a penetrare il passivo ed inizia così la monta. Nonostante la corporatura abbastanza esile dell’attivo, le spinte coitali sono, fin dai primi momenti, piuttosto vigorose. Aumentano di profondità, intensità e rapidità, quando l’attivo fa avanzare il passivo in modo da poter egli passare da una postura eretta a una posizione in cui si trova inginocchiato dietro il soggetto ricettivo. Il piacere dell’attivo, che nel frattempo ha messo le mani sui fianchi del passivo ai fini di ridurre l’instabilità del corpo di quest’ultimo dovuta alla forza dei colpi che riceve, è rilevabile dagli ansimi sempre più violenti che emette. Similmente, il godimento della parte ricettiva è sottolineato dai suoi gemiti, ormai forti ed incontrollabili, ma anche dalla notevole dilatazione anale e dalla ripresa, dapprima timida e poi sempre più evidente, del fenomeno erettivo.
Sostenendo di essere ormai prossimo all’acme, la parte insertiva fa spostare il passivo: i due soggetti si trovano ora in piedi uno dietro l’altro. La parte ricettiva ha il busto leggermente piegato in avanti e sporge i glutei, assumendo una postura tipica di maschi e femmine passivi. L’attivo, che gli si pone dietro, la penetra nuovamente. Il movimento oscillatorio della parte insertiva presenta ora un’ampiezza decisamente ridotta rispetto a prima, cioè il pene viene estratto molto meno dall’ano, pur rimanendo la penetrazione estremamente vigorosa. “Vengo!” è l’esclamazione usata dall’attivo per segnalare al passivo l’inizio del proprio orgasmo, mentre quest’ultimo risponde semplicemente: “Oh, sì”. Entrambi i soggetti sperimentano l’orgasmo quasi contemporaneamente, gemendo (il passivo con maggior forza, l’attivo più discretamente) ed eiaculando (volg. “sborrando”).
Secondo contatto: 23 agosto 2012, ore 15,16
I.: Come va? Se uno di questi giorni ti va di vederci, dimmelo... Questo fine settimana lavoro, però il prossimo sarò in vacanza.