domenica 28 dicembre 2014

Il tempo ben speso

Quanti cazzi hai preso in questi quasi due anni di esilio? Immagino che sia questa la domanda chiave, l’unica che davvero conti su queste pagine bianco latte. Molti, signore mie. Perché se il gran cambiamento e gli sforzi per compierlo hanno sottratto le energie necessarie per stare qui, ciò non mi ha impedito di godere dei miei simili, di conoscerli - talvolta solo carnalmente - e di apprezzarli. O no.
Rileggendo queste pagine scopro straordinarie fedeltà. Ma., per esempio, che se n’era tornato negli Stati Uniti ed ora è di nuovo qui, vive e lotta insieme a noi; oppure Pe., che nel frattempo si è stabilito nel mio quartiere; o ancora, l’immancabile Santi, a ben vedere il mio unico pene rifugio.
Molti altri, di cui non ho fatto in tempo a scrivere, sono nel frattempo transitati. Altri sono arrivati e si sono fermati. Alcuni di loro vorrei se ne andassero. Di tutto ciò, a smozzichi e bocconi, scriverò.
Tuttavia Ale si è ritagliato un piccolo spazio. Minuscolo, però reale, mi accorgo ora che ci penso. Nessuno dei due lo ha voluto davvero, non è scattata nessuna passione amorosa - di quelle struggenti che rendono insopportabili tutti i minuti che scorrono lontano dall’essere amato - eppure ci cerchiamo discretamente, sondiamo il terreno whatsappeando con aria falsamente indifferente, finché uno dei due domanda: “Quando ci vediamo?”. E così accade di nuovo. Che finiamo a letto. Che parliamo di noi, dei suoi progetti, dei miei. Che finiamo a letto. Che scrutiamo i nostri appartamenti, gli oggetti, le nostre storie. Che finiamo a letto.

4 commenti:

  1. buonasera Milk.
    Già. Che finiamo a letto.
    Delle mie simili ne sento parlare spessissimo perché uccise ogni giorno. Non le cerco. Non faccio progetti. Non parlo REALMENTE di me poiché sarebbe alquanto noioso. Nono finiamo a letto. Spreco il tempo

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  2. Sono sicuro che tu abbia speso il tempo nel migliore dei modi possibili!

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  3. Ho fatto del mio meglio.

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