mercoledì 11 luglio 2012

Amo (amen)

Amo svegliarmi alle sette e mezza di mattina dopo aver dormito a malapena due ore. Amo ascoltare i cinguettii dei passeri che a quest’ora volano ancora indisturbati sopra vie deserte. Amo l’aria fresca del mattino non ancora iniziato. Amo questa mia bocca secca, impastata di tabacco e montagne di birra. Amo la pelle bruciante che circonda i miei occhi che hanno pianto. Amo stare così male perché solo vomitando l’anima è possibile che tra un po’ io stia meglio. Per quanto possa sembrarti incredibile, amo e dunque vivo.
Invece tu, nottetempo, come un ladro ti sei infilato nelle mie viscere e hai calpestato senza nessuna pietà (non è termine del tuo vocabolario) le poche cose belle che ho. Portatore di morte, anima imputridita che sei, al filo che disperatamente (caparbiamente) cercavo di tessere, toglievi fibra. Svilivi. Lasciandomi senza fiato, senza parole, hai liquidato la questione in pochi minuti. Un taglio chirurgico, complimenti. Ed io ti ho indicato la porta.
Sei uscito dalla mia vita, finalmente. Non mi vergogno di averci provato perché ciò che serbavo era bello ed era davvero il meglio di me. Ti ringrazio infinitamente, con tutto il cuore, per la tua meschinità e il tuo cinismo, così spudorati da sembrare grotteschi, perché confermano le infauste previsioni e mi sussurrano che buttarti fuori di casa è stato l’episodio più glorioso di questi sette mesi.
Rancore, immaginerai forse tu. Sbaglieresti, e sarebbe solo l’ennesimo errore tuo: nemmeno quello ti meriti adesso. Ah, addio.

19 commenti:

  1. mi piace pensare che, in virtù del taglio "chirurgico", la cicatrice si possa rimarginare velocemente.

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    1. Io credo che questa si rimarginerà davvero in fretta. Il soggetto in questione non merita tanto spargimento di sangue. Non che non lo sapessi: è che non lo volevo credere. Adesso invece ci credo, eccome.
      Guarirà non in virtù del taglio chirurgico, che è stato suo, ma grazie alla mia reazione definitiva (benché tardiva). Bye bye, R.

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  2. Un altro tassello della vita che appartiene già al passato. Ora cerca nuovi pezzi per comporre il futuro.

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    1. Un pezzo mi si è offerto stanotte, subito dopo il fattaccio. È C., che già conoscete. Tutt'altra musica, "come il giorno e la notte", scrissi qualche tempo fa. Non mi sbagliavo.

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  3. Spero che sia stato scritto con cognizione di causa e non come panacea a un dolore più grande, per aiutarsi a convincere che sia davvero ora di chiudere quella porta inutile e aprirne altre piene di sorprese e novità.

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    1. Amore, non pronuncio mai addii a casaccio. Bramo di aprire presto altre porte. So che molto dipende da me (smettere di dipendere dagli altri, causa mondiale 2012). Credo che questo sia un buon giorno, perciò buongiorno!

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  4. E così sia, Milk, puro di cuore, e di culo. Ci hai creduto fino in fondo, amando: per questo si vive, altrimenti saremmo ectoplasmi, zombie. Hai preso atto, con dolore e senso della realtà, che il tuo forte sentire era mal riposto, disprezzato. Hai avuto coraggio e forza d'animo a chiuderti quella porta dietro le spalle: molto meglio una delusione che una continua illusione. Presto darai la giusta dimensione umana alla cosa, niente più che scacciare una piccola mosca fastidiosa. Sorriderai ancora, e ancora. Di cuore, e di culo.

    Lecca le tue ferite, non c'è rimedio migliore. Un piccolo lutto lo merita questo tuo sentimento, non credi? Elabora, per quanto puoi, non ingolfarti di dolore, piano piano si diluirà nel grande fiume dela tua vita. Tenerlo nel fondo dell'anima, cristallizzato, è pericoloso. Prima o poi, magari dopo anni come successe a me, può tornare a galla, nel momento peggiore. Quando sarà giunto il tempo, tornerai a riaprirti con pienezza al mondo, la tua ferita rimarginata: ne sarai orgoglioso come fosse una medaglia al valore. Sarai più forte, e più grande.

    Io, per elaborare i miei lutti d'amore, mi aiutavo con una poesia, verissima, di Leopardi. C'è da superare il lessico ottocentesco, ma è sempre stata attuale, da che esiste l'uomo. La troverai qui:
    http://it.wikisource.org/wiki/Canti_%28Leopardi%29/Aspasia

    Ti auguro il suo ultimo verso.

    :)

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    1. Beh, grazie Carlos. Un po' di balsamo per le mie ferite me l'hai dato tu... e Leopardi. Ne spargo a piene mani e credo cominci a fare effetto.
      Un bellissimo augurio, il vostro, che oggi ho portato con me. Spero sia così anche domani e poi sempre.

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  5. Milk, raramente leggo parole così belle. Sei così vero che leggerti a volte toglie il fiato. Fai emergere tutta la tua sensibilità che ogni volta mi sorprende. Hai avuto coraggio.. davvero. Adesso coccolati un po' e cerca di non soffrire troppo. Ti sorrido

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    1. Un sorriso ricambiato, cara Sara. Ci vorrà forse un po' di tempo, ma so che passerà perché non mi pento di niente e so che era giusto così.

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  6. Beh, queste parole che esprimono una dignità incredibile meritano solo rispetto. E un grande abbraccio...

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    1. Mi lascio abbracciare volentieri. Grazie.

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    2. A te, che fai belle le parole anche se raccontano tristezza...

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  7. Bello il modo in cui affronti la cosa nonostante si veda che fa male. In bocca al lupo con C. :)

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  8. parole stupende,per un dolore grande.

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  9. Ci sei riuscito,bravo.
    Spero ora tu abbia il cuore abbastanza morbido da consentire di riempirlo ancora...con qualcosa di SANO. :-)

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    1. Credo di sì. Però albergo molta confusione, devo risolvere alcuni problemi molto grossi.

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