lunedì 11 giugno 2012

Sesso espresso

Tra sabato notte e domenica dormo solo tre ore. Il caldo? Troppi pensieri per la testa? La tristezza è insonne.
Fatto sta che mi sveglio verso le nove e mezza e la prima cosa che faccio è accendere l’applicazione del telefonino. Quella con i maschietti alla ricerca del benessere perduto. Carne incasellata. Pochi volti, busti, culi, bicipiti (pare che i cazzi in “copertina” siano vietati). Obiettivo individuato: 40 anni, 175 cm, 74 kg, bianco, barba di due giorni, capelli neri, nome suggestivo che in italiano potrebbe suonare così: “Tuttodentro”. Commento: “Fumo, bevo ed esco con donne”.
“Ciao, come va?”, inizio io.
“Ciao, bene e tu? Cerchi cazzo?”. Le possibilità di trombare schizzano improvvisamente  in alto, come lo spread.
“Bene, mi sto svegliando piano piano. Quello sempre!”.
“Ahahah, meglio così. Io ne ho uno”.
Segue foto, suggestiva anch’essa. Gli mando una mia.
“Cazzo, che bello!”, mi scrive.
“Grazie, il tuo cazzo mi eccita un sacco. Quanto misura?”.
“18, tutto tuo”.
“Fai sesso sicuro?”
“Sì, a parte con le persone con cui sto in coppia, ovviamente”.
“Coppie? Ne hai più di una contemporaneamente?”.
“Ahahah, no bello! Adesso neanche uno”.
“È vero che stai con donne, cioè sei bi?”.
“No, è uno scherzo. Sono frocio, però non effeminato. Dove abita questo culetto?”.
È questione di minuti, viviamo vicini. E così mi alzo, faccio colazione, la doccia, metto un po’ a posto casa e si presenta il Marcantonio: pantaloni corti, canottiera bianca, scarpe da ginnastica e occhiali da vista con montatura nera. Un bicchiere d’acqua e via, partiamo per il nostro viaggio. 
Ma guarda un po’ come mi bacia e quanta voglia ha in corpo questo qui. Mi tocca, mi abbraccia, mi bacia e mi ribacia. Siamo ancora in piedi eppure stiamo già ansimando. Iniziamo a toglierci i pochi vestiti che abbiamo addosso quasi che i nostri corpi stiano bruciando. Torniamo ad abbracciarci più volte e a leccarci il collo, a mordercelo vicendevolmente tra un pezzo e l’altro del nostro abbigliamento che vola per aria e plana sul pavimento.
Cazzo contro cazzo, ce l’abbiamo duro entrambi e io non resisto: tocco il suo, faccio scivolare la pelle per scoprire la cappella, accarezzo i coglioni belli grossi, pendenti. È già troppo, è insopportabile.
“Dov’è la camera?”, mi chiede.
“Sopra, vuoi che andiamo?”.
Ma già afferro la busta con gli strumenti che devono accompagnare il nostro piacere, il tubetto di lubrificante e i preservativi e salgo la scaletta. “Fermati lì!”, mi intima O. che adesso ha la testa all’altezza del mio culo. L’avvicina al buco e lo lecca, più e più volte. Non ci vedo più. Perché non mi prende ora, mettendolo dentro in una mossa? Saliamo di sopra, gli uccelli duri che oscillano tra le nostre gambe. Appena arrivati mi inginocchio e comincio a succhiargli la nerchia, senza smettere mai di carezzargli le palle. Un gesto che mi aspettavo e che puntualmente arriva: due mani sulla mia testa, inizia a scoparmi la bocca. Senza violenza, ma con decisione. “Mmmmh”, è il suono del mio piacere che emetto mentre lui guarda come entra ed esce il suo cazzo dalla mia bocca e sospira ripetutamente dei “Sì, sì”.
Poi me la toglie di colpo, si getta sul letto stendendosi a pancia in su e “Vieni qui”, mi dice. Mi stendo sopra di lui, mi abbraccia e mi bacia di nuovo, a lungo. “Come ti chiami?”, mi chiede. “Milk, e tu?”. “O.”. 
Scendo a succhiargli e a mordergli i capezzoli, poi vado ancora più giù. Gli meno il cazzo mentre lecco e poi succhio prima un coglione e poi l’altro. Poi ricomincio il pompino, finché mi ferma e mi chiede di passargli un preservativo. 
Dopo averlo indossato e averci messo un po’ di lubrificante, lo impugna, mi guarda e sorridendo mi fa la richiesta più bella del mondo: “Siediti qui”. Mi metto a cavalcioni sopra di lui, guardandolo, porto una mano dietro, impugno il suo cazzo e lo dirigo verso il mio buco. Sono così eccitato che in un attimo il mio culo se lo inghiotte fino in fondo ed io comincio ad andare su e giù. Mi piace sentire quel palo che mi sfonda dietro e dal modo in cui ansimo e dalla sua faccia, a entrambi quel godimento deve sembrare reciproco. 
Ad un certo punto inarca le gambe e comincia ad andare su e giù con il bacino. Io allora fermo i miei movimenti e lascio che imprima liberamente il ritmo della penetrazione. Non smette di guardarmi un attimo mentre sento il suo cazzo andare avanti e indietro nel mio culo.
Dopo un po’, mi chiede di distendermi a pancia in su. “Solleva le gambe, ecco, così...”, mi dice mentre s’impugna l’attrezzo e me lo ficca dentro. Mi lavora il culo per bene, dando dei colpi decisi e continui, ma sempre fissandomi negli occhi. A un certo punto, però, nota l’effetto che mi sta provocando: del liquido bianco esce dalla mia cappella lentamente. Solo qualche goccia, ma è sufficiente a fargli chiedere: “Vuoi venire? A me manca poco...”. “Va bene”, gli rispondo, e allora prende a massaggiarmi il cazzo con il palmo di una mano senza smettere di penetrarmi, poi lo impugna e comincia a masturbarlo senza foga. Dopo poco, in una pioggia di ansimi e di grida, sborro sulla sua mano e sulla mia pancia. 
A quel punto O. lascia la presa sul mio cazzo, punta le braccia sul letto e comincia a sbattermi forte, colpo dopo colpo, aprendomi ancor di più il culo. Di lì a poco viene con tre o quattro movimenti di bacino secchi e profondi. Grida il suo piacere e adesso non mi guarda.
“Siamo durati pochissimo, no?”.
“Già, dev’essere perché avevamo tutti e due troppa voglia”.
“Questo è sicuro”.
“Beh, buona fortuna”.
“Anche a te”.
Sesso espresso. Rapido ed efficace, come bere un caffè.

12 commenti:

  1. O. ci piace. Bel racconto. Ciao Milk :-)

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    1. Già, anche a me piace ma ho quasi la certezza che non lo incontrerò di nuovo. Sono stato "il capriccio di un attimo". E lui il mio!

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    2. E' l'ipocrisia che frega la gente! Ormai si indossa più dei preservativi.
      P.S. grazie per la visita

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  2. Si, piace anche a me questo O.
    Senza tante storie, tenero e duro allo stesso tempo.

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    1. Senti, ma cosa dici tu, quando avrò finito l'alfabeto toccherà anche a me usare nomi di fantasia incredibili? È che ho già qualche problema...

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    2. Se vuoi prendine qualcuno dei miei...te li regalo volentieri...

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    3. È che i tuoi sono sa sbellicarsi dalle risa, sembrerebbero sessioni comiche.

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  3. Ogni volta che ti leggo penso a quanti cazzo di drammi, sceneggiate, fanno le donne prima di una scopata...e m'intristisco..:-))

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    1. Una scopata è una scopata è una scopata. :-)) Ciao bellissima!

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    2. Oh, è quello che penso anch'io, e per me la teoria che "ogni lasciata è persa" è più che valida, dovrebbe essere vangelo per chi crede e noi atei dovremmo ripetercela come un mantra. Perché la vita è una, per tutt*, e altre possibilità non ne abbiamo. Poi hai voglia a pensare e dire "se quella volta non avessi detto no". Buongiorno caro..:-)

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    3. Estrella: le donne sono attrici nate!!

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